La facilità di estrazione e lavorazione del tufo ne ha favorito l’impiego anche nelle zone distanti dalle aree dove affiora.
Malgrado l’economicità e la malleabilità, questo materiale presenta alcuni gravi difetti.
In primo luogo la scarsa resistenza alla compressione, quindi i bassi carichi che può sostenere, a cui si aggiunge l’eccessiva igroscopicità, ovvero la capacità di assorbire l’umidità, che ne sconsigliano l’impiego nelle fondazioni poiché consentirebbe all’acqua di risalire per capillarità dal suolo fino a saturare l’intera muratura.
Proprio per evitare lesioni e crolli, i costruttori hanno adottato particolari accorgimenti strutturali, quali la rastremazione della muratura verso l’alto, che consente di distribuire il carico su una base solida, l’utilizzo della pietra nelle fondamenta e nei piani inferiori, nonché l’impiego di speroni e contrafforti in particolare per le abitazioni con strutture orizzontali a volta. Non sempre la volta è visibile all’esterno della costruzione; anzi, spesso è riportata quasi in piano a formare un terrazzo utile per la raccolta delle acque piovane.
Gli edifici in tufo più diffusi hanno pianta quadrata e volta a padiglione, ma sono frequenti anche le volte a botte, utilizzate soprattutto per coprire i rustici a pianta rettangolare.