Quello che colpisce della Casa Colonica Toscana è la sua storia antica che nasce ufficialmente con la prima pubblicazione nel 1770 del trattato “La Casa dè contadini” di Ferdinando Morozzi stampato dall’editore Cambiagi a Firenze che indica tutte le tecniche costruttive per realizzare correttamente una Casa Colonica Toscana e che afferma che: “la Casa Colonica Toscana è la più bella abitazione mai concepita dall’uomo”.
La Casa Colonica Toscana è creata dalla semplicità e dall’eleganza di numerosi dettagli architettonici che la caratterizzano come la torre colombaia, le logge finestrate, i camini, i soffitti, le travi in legno, le volte, le scale in pietra, gli intonaci ondulati, gli archi in mattoni, i portici, le tettoie. Tutti gli elementi sono posizionati in un equilibrio cadenzato da una composizione artistica che regala a colui che l’ammira emozione e commozione.
Nel 1873 John Ruskin in “The Poetry of Architecture” ha affermato che:
“La semplicità è forse l’attributo principale per il quale la Casa Colonica Toscana raggiunge la grandiosità e la riconoscenza nel mondo.
La Casa Colonica Toscana, assume, con la sua semplicità, l’aria nobile delle costruzioni di un ordine superiore evitando ogni ridicola imitazione di un palazzo artefatto. Vi è nella sua aria una dignità generale che si armonizza in modo straordinario con gli edifici vicini e con il paesaggio circostante.”
Le tre varianti di case rurali si caratterizzano per tipologia residenziale.
La variante aretina presenta generalmente sia il portico che le logge, quella fiorentina soltanto il portico, mentre la senese è molto spesso senza portico. In Val di Chiana e in alcune aree del Chianti senese, aretino e fiorentino l’edificio residenziale può culminare con una caratteristica torre colombaia.
Nella Val d’Orcia senese, ai piedi del monte Amiata, è poi rinvenibile un paesaggio di grande valenza ambientale, caratterizzato dai filari di cipresso che conducevano alla residenza di campagna, ove dimoravano nei secoli scorsi il padrone terriero e, nei casali annessi, i contadini (mezzadri o salariati) addetti ai lavori dei campi.
Viene definita in tal modo un modello di casa colonica che si impone tra XVIII e XIX secolo, soprattutto per la committenza e proprietà granducale, caratterizzate da un impianto simmetrico incentrato su portico e torre colombaria, fatto risalire, in genere, a modelli buontalentiani, come gli annessi della Villa medicea di Artimino. Si possono ricordare, come esempi di tale tipologia, le case coloniche della tenuta granducale di Poggio a Caiano e quelle più tarde della bonifica della Val di Chiana.
I casolari delle zone rurali attorno alla città di Lucca si contraddistinguono per caratteristiche miste residenziali-aziendali.
Le case rurali lucchesi si dispongono generalmente attorno ad un cortile interno quadrangolare che in passato era adibito ad aia. Gli edifici (abitazioni e rustici) possono disporsi sia su tutti e quattro i lati, che su tre lati (in questo caso l’ultimo lato può rimanere aperto o essere chiuso da un muro di modesta altezza).
I casolari maremmani sono tipici insediamenti rurali di tipo aziendale, più consono e funzionale per le intensive attività di agricoltura ed allevamento.
Nelle case rurali maremmane, il fabbricato principale era adibito ad abitazione, mentre gli edifici secondari, disposti attorno alla struttura padronale, comprendevano granai, stalle ed annessi vari. In alcune case rurali maremmane, è ben evidente l’influenza di elementi stilistici spagnoli che si mescolano a quelli tradizionali toscani, soprattutto nella zona a sud di Grosseto dove, fino alla prima metà dell’Ottocento, l’area attorno all’Argentario apparteneva allo Stato dei Presidii. Nell’entroterra settentrionale ed orientale e, in modo minore, nella Maremma grossetana, sono ravvisabili anche tipologie residenziali con influssi senesi. In alcuni casi, il complesso è raggiungibile attraverso strade sterrate ombreggiate da filari di alberi, con alternanza di pini e cipressi.
I casolari pistoiesi e pisani, che caratterizzano le aree pianeggianti tra le città di Pistoia e Pisa, costituiscono diffusi modelli residenziali.
Queste case rurali sono generalmente costituite da una serie di edifici residenziali riuniti tra loro per ospitare più famiglie; più raramente, sono ravvisabili annessi riconducibili al modello aziendale.