Le malte sono utilizzate per unire saldamente i conci di pietra o i mattoni e per confezionare gli intonaci.
Esse devono solidificarsi, aderire ai materiali da costruzione e offrire una buona resistenza agli sforzi a cui sono sottoposte. Le malte sono formate da un impasto si sabbia, acqua e leganti (tra i quali i più comuni sono le calci aeree, le calci idrauliche e, più recentemente, il cemento) le cui caratteristiche dipendono dalla qualità e dai dosaggi dei materiali impiegati e dalla corretta posa in opera.
La calce aerea viene prodotta cuocendo le rocce calcaree in appositi forni alla temperatura di circa 900 gradi. Il carbonato di calcio contenuto nelle rocce si trasforma in ossido di calcio, detto “calce viva”, e anidride carbonica. La cale viva viene sottoposta a un lento processo di spegnitura con acqua la cui durata può variare da un minimo di venti giorni, per la calce destinata alle malte murarie, a un massimo di due mesi, per le malte utilizzate per gli intonaci. Il grassello di calce è ottenuto usando un eccesso d’acqua nel processo di spegnitura, mentre la calce idrata in polvere si ottiene spegnendo la calce viva con una quantità d’acqua chimicamente esatta.
Le malte di calce aerea sono composte dall’impasto di sabbia, grassello e poca acqua. Gli intonaci realizzati con questo tipo di malta, utilizzata soprattutto nelle dimore più antiche, hanno una vita molto lunga e permettono una manutenzione semplice. Sono molto permeabili all’acqua e al vapore, dunque si bagnano facilmente anche se si asciugano altrettanto rapidamente, sono deformabili e sopportano assai bene gli sbalzi di temperatura. I fenomeni di degrado e i difetti che si possono riscontrare sono dovuti principalmente alla difficoltà di dosaggio della quantità del grassello.
Gli intonaci di calce aerea sono composti di tre strati: il primo contiene la percentuale di legante maggiore di 3-5 millimetri e serve per far aderire l’intonaco alle murature; il secondo strato, o strato di fondo, che ha uno spessore di 15-20 millimetri, serve per livellare la superficie e opporre resistenza alla pioggia; il terzo strato o strato di finitura ha uno spessore di soli 3-5 millimetri e definisce l’aspetto esterno dell’intonaco, consentendo di scegliere tra rustico al frattazzo, alla cazzuola ecc. Quest’ultimo strato può essere tinteggiato o colorato “in pasta”, cioè miscelato con coloranti minerali, polveri di marmo, terra di Siena ecc. prima di essere applicato.
La calce idraulica è il legante più usato negli intonaci più recenti, permeabili e dotati di una buona resistenza alle sollecitazioni ambientali. Ma, a partire dai primi del Novecento, i cementi, naturali o artificiali, a presa lenta o rapida, sono diventati i leganti più diffusi.